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giovedì 9 maggio 2024

Come affrontare la concorrenza!

Affrontare la concorrenza richiede una strategia ben definita che ti permetta di distinguerti e superare i tuoi concorrenti. Ecco alcuni suggerimenti utili:

Analizza la concorrenza:

Studia attentamente i tuoi concorrenti per capire cosa offrono e come si posizionano sul mercato.

Identifica i punti di forza e di debolezza della tua concorrenza per individuare opportunità che potresti sfruttare.

Focalizzati sui punti di forza:

Identifica i punti di forza del tuo prodotto o servizio e concentrati su di essi.

Comunica in modo chiaro e convincente come il tuo prodotto o servizio è superiore a quello dei tuoi concorrenti.

Crea un’esperienza unica per i clienti:

Concentrati sulla creazione di un’esperienza di acquisto memorabile per i tuoi clienti.

Offri un servizio clienti impeccabile, personalizzato e aggiungi elementi che rendano l’acquisto da te unico e speciale.

Differenziazione dalla concorrenza:

Sviluppa una strategia di posizionamento efficace che ti permetta di essere riconosciuto come un’opzione unica sul mercato.

Identifica il tuo target di riferimento e offri un valore aggiunto ai tuoi clienti.

Investi nella costruzione di un brand solido e riconoscibile.

Mantieni prezzi competitivi:

Ottimizza i processi interni per ridurre i costi senza compromettere la qualità.

"Aprire" un'impresa da zero

Aprire un’impresa da zero è un passo coraggioso e stimolante. Ecco alcuni passaggi fondamentali per avviare con successo la tua attività imprenditoriale:

Avere un’idea valida: L’idea è il fulcro di ogni progetto imprenditoriale. Trova un’idea di business che risolva un problema o soddisfi un bisogno specifico. Valida l’idea analizzando se c’è interesse da parte delle persone e se il tuo prodotto o servizio è la soluzione migliore.

Pianificare l’avvio dell’azienda:

Crea un Business Plan: Questo documento contiene le informazioni chiave sulla tua azienda, come il modello di business, l’analisi dei competitor, il piano finanziario e altro.

Forma il tuo team: Trova co-founder e i primi dipendenti.

Scegli una sede (opzionale).

Definisci una strategia di acquisizione clienti.

Crea un piano di marketing per promuovere la tua impresa.

Dove posso trovare finanziamenti per la mia impresa?

I finanziamenti agevolati sono risorse finanziarie con condizioni particolarmente favorevoli rispetto ai prestiti standard offerti dal mercato. Questi finanziamenti possono essere destinati sia a privati che aspirano a diventare imprenditori, sia alle imprese per agevolare l’avvio di una nuova attività o migliorare un’impresa già avviata. Di seguito, ti elenco alcune opzioni disponibili in Italia:

ON Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero: Questo programma combina un contributo a fondo perduto con un finanziamento a tasso zero. È rivolto alle micro e piccole imprese, soprattutto a quelle composte da giovani o donne1.

Resto al Sud: Un’iniziativa per sostenere lo sviluppo delle imprese nel Mezzogiorno d’Italia. Offre finanziamenti agevolati per avviare nuove attività o espandere quelle esistenti.

Finanziamenti Agevolati PMI Sud: Riservato alle piccole e medie imprese del Sud Italia, questo programma offre agevolazioni finanziarie per migliorare la competitività e la sostenibilità delle imprese.

Smart e Start: Un’iniziativa per promuovere l’innovazione e la ricerca e sviluppo nelle imprese. Offre finanziamenti e agevolazioni per progetti tecnologici e innovativi.

Fondo Impresa Donna: Rivolto alle imprese femminili, questo fondo offre sostegno finanziario per avviare o sviluppare un’attività.

Beni Strumentali Nuova Sabatini: Agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali, come macchinari e attrezzature, a tasso agevolato.

Fondo per le Piccole e Medie Imprese Creative: Sostiene le PMI operanti nei settori culturali e creativi.

Fondo di Garanzia PMI: Garantisce prestiti bancari alle PMI, riducendo il rischio per le banche.

Fondo Trasferimento Tecnologico: Agevolazioni per progetti di trasferimento tecnologico e innovazione.

Agevolazioni PMI Vittime Mancati Pagamenti: Per le imprese che hanno subito mancati pagamenti da parte di clienti.

Incentivi Imprese Economia Sociale: Agevolazioni per le imprese sociali e cooperative.

Requisiti minimi per aprire un'impresa:

Iscriviti al Registro delle Imprese e comunica gli atti alla Camera di Commercio.

Invia la dichiarazione di Inizio Attività al comune tramite la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Tipologie di società: Scegli la forma giuridica più adatta per la tua impresa (ad esempio, srl, spa, snc, etc.).

Iter burocratico: Affronta la burocrazia seguendo le procedure necessarie per la tua attività.

Quanto costa aprire un’attività?

I costi variano a seconda del tipo di impresa, la sua dimensione e la tua posizione geografica. Prepara un budget realistico per coprire spese come registrazione, affitto, personale, marketing e altro.

Ricorda che: 

Le sfide per i nuovi imprenditori possono variare a seconda del settore e della situazione specifica, ma alcune difficoltà comuni includono:

Mancanza di esperienza: Avviare un’impresa richiede competenze in diverse aree come gestione, marketing, finanza e risorse umane. I nuovi imprenditori potrebbero non avere esperienza in tutti questi campi.

Accesso al capitale: Ottenere finanziamenti per avviare o far crescere un’impresa può essere difficile. La mancanza di risorse finanziarie può rallentare il processo di avvio.

Concorrenza: In ogni settore ci sono altre aziende che offrono prodotti o servizi simili. Essere competitivi richiede strategie di marketing e differenziazione efficaci.

Gestione del tempo: Gli imprenditori spesso devono fare molte cose contemporaneamente. La gestione del tempo è cruciale per bilanciare le attività quotidiane e la pianificazione a lungo termine.

Adattamento al cambiamento: L’ambiente imprenditoriale è dinamico e mutevole. Gli imprenditori devono essere flessibili e pronti a modificare le strategie quando necessario.

Solitudine: Avviare un’impresa può essere solitario. Gli imprenditori potrebbero sentirsi isolati, soprattutto se non hanno un team o co-founder con cui condividere le sfide.

Regolamentazione e burocrazia: La burocrazia può essere complicata e richiedere tempo. Gli imprenditori devono navigare tra le leggi e i regolamenti per avviare e gestire l’azienda.

Gestione dello stress: L’imprenditorialità può essere stressante. Gli imprenditori devono affrontare la pressione finanziaria, le aspettative degli investitori e le sfide quotidiane.

Marketing e acquisizione clienti: Trovare clienti e far conoscere il proprio marchio richiede sforzi costanti. La mancanza di una strategia di marketing efficace può ostacolare il successo dell’impresa.

Rischi finanziari: Avviare un’impresa comporta rischi finanziari. Gli imprenditori potrebbero dover investire i propri risparmi o prendere prestiti per far decollare l’attività.

mercoledì 8 maggio 2024

Niente al caso - Gestire un e-commerce richiede una pianificazione accurata!

Gestire un e-commerce richiede una pianificazione accurata e l’implementazione di diverse strategie. Ecco alcuni passaggi chiave per avviare e gestire un’attività di e-commerce:

Scegliere la nicchia e i prodotti:

Identifica una nicchia di mercato specifica e seleziona i prodotti o servizi che desideri vendere. La scelta della nicchia influenzerà la tua strategia di marketing e il tipo di clienti che attirerai.

Costruire il sito web:

Una volta scelta la nicchia e i prodotti, crea un sito web per il tuo e-commerce. Assicurati che sia user-friendly, ben progettato e ottimizzato per i motori di ricerca.

Procurarsi i prodotti:

Trova fornitori o produttori dai quali acquistare i prodotti che intendi vendere. Puoi anche considerare il drop-shipping, dove non hai bisogno di gestire l’inventario fisico.

Commercializzare l’attività:

Utilizza strategie di marketing digitale per promuovere il tuo e-commerce. Questo può includere pubblicità online, social media marketing e email marketing.

Gestire l’inventario:

Tieni traccia del tuo inventario e assicurati di avere sempre abbastanza prodotti disponibili per soddisfare la domanda dei clienti.

Evasione e spedizione:

Gestisci gli ordini, prepara i prodotti per la spedizione e scegli il metodo di consegna. Offri opzioni di spedizione convenienti e tempi di consegna chiari ai clienti.

Servizio clienti:

Rispondi alle domande dei clienti, gestisci resi e risolvi eventuali problemi. Un buon servizio clienti è essenziale per mantenere la fiducia dei clienti.

Analizzare le prestazioni:

Monitora le metriche chiave come le vendite, il traffico del sito web e il tasso di conversione. Utilizza queste informazioni per apportare miglioramenti e ottimizzare la tua attività di e-commerce.

Ricorda che ogni attività di e-commerce è unica, quindi adatta questi passaggi alle tue esigenze specifiche. Buona fortuna con la tua attività!

martedì 7 maggio 2024

Come affrontare la concorrenza

Affrontare la concorrenza è una sfida comune per le imprese, ma ci sono diverse strategie che possono aiutarti a distinguerti e a mantenere un vantaggio competitivo. 

Ecco alcune idee:

Analizza la concorrenza: Studia attentamente i tuoi rivali per capire cosa offrono e come si posizionano sul mercato1. Identifica i loro punti di forza e debolezza, così da poter sviluppare una strategia mirata.

Focalizzati sui punti di forza: Identifica i punti di forza del tuo prodotto o servizio e concentrati su di essi. Cosa rende unico il tuo marchio? Comunicalo chiaramente ai clienti per attirarli verso di te.

Crea un’esperienza unica per i clienti: Concentrati sulla creazione di un’esperienza di acquisto memorabile per i tuoi clienti. Offri un servizio eccellente, personalizzato e che superi le aspettative. La soddisfazione del cliente può fidelizzarlo e portare a passaparola positivo.

Innovazione costante: Mantieniti aggiornato sulle nuove tendenze e tecnologie nel tuo settore. Sii pronto a innovare e ad adattarti alle esigenze dei clienti. L’innovazione può aiutarti a distinguerti dalla concorrenza.

Collabora con altri: Le imprese possono coesistere all’interno di una comunità e anche collaborare, se ce n’è occasione. Lavorare correttamente e in modo etico può portare a partnership vantaggiose.

Monitora costantemente i competitor: Non sottovalutare i rivali. Monitora attentamente le loro azioni e adatta la tua strategia di conseguenza. Le minacce possono arrivare sia dai grandi rivali che dalle aziende più piccole2.

Sviluppa un piano di marketing efficace: Investi in strategie di marketing mirate. Utilizza i social media, l’email marketing e altre tattiche per raggiungere il tuo pubblico di riferimento.

Mantieni la qualità: La qualità del tuo prodotto o servizio è fondamentale. Non comprometterla per ridurre i costi o per competere sui prezzi. La reputazione di alta qualità può attirare clienti fedeli.

Sii flessibile: Il mercato cambia rapidamente. Sii flessibile e pronto a modificare la tua strategia se necessario. L’adattabilità è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese.

Costruisci relazioni con i clienti: Comunica con i tuoi clienti, ascolta i loro feedback e risolvi i loro problemi. Una buona relazione con i clienti può fare la differenza.

Ricorda che ogni impresa è unica, quindi adatta queste strategie alla tua situazione specifica. 

Buona fortuna nell’affrontare la concorrenza!

Le sfide per le piccole e medie imprese italiane oggi

Le sfide più comuni per le piccole imprese possono variare a seconda del settore e della situazione specifica, ma ci sono alcune che si verificano frequentemente. 

Ecco alcune delle principali sfide:

Risorse finanziarie limitate: Le piccole imprese spesso devono operare con budget limitati. La mancanza di risorse finanziarie può rendere difficile investire in marketing, tecnologia o personale.

Concorrenza: Anche se le piccole imprese possono avere un vantaggio in termini di flessibilità e servizio personalizzato, devono comunque competere con altre aziende. La concorrenza può essere agguerrita, soprattutto in settori saturi.

Gestione del personale: Trovare, formare e trattenere dipendenti qualificati può essere una sfida. Le piccole imprese spesso non hanno un reparto delle risorse umane dedicato, quindi la gestione del personale può richiedere molto tempo e sforzo.

Marketing efficace: Le piccole imprese devono trovare modi creativi ed efficienti per promuovere i loro prodotti o servizi. Il marketing digitale, la presenza sui social media e il passaparola sono importanti, ma richiedono competenze specifiche.

Adattamento alle nuove tecnologie: L’evoluzione tecnologica è rapida e le piccole imprese devono stare al passo. L’adozione di nuovi strumenti e sistemi può essere costosa e richiedere formazione.

Amministrazione e burocrazia: La gestione delle pratiche amministrative, come la contabilità, le tasse e la conformità normativa, può essere complicata. Le piccole imprese devono essere attente a seguire le leggi e i regolamenti.

Ciclo di cassa: Mantenere un flusso di cassa positivo è essenziale per la sopravvivenza delle piccole imprese. Ritardi nei pagamenti dei clienti o spese impreviste possono creare problemi finanziari.

Rapporti con i fornitori: Le piccole imprese dipendono spesso da fornitori per materiali o servizi. Mantenere buoni rapporti con i fornitori è importante per garantire la continuità delle operazioni.

Rischio di fallimento: Le statistiche mostrano che molte piccole imprese non sopravvivono oltre i primi anni. Il rischio di fallimento è sempre presente, quindi la pianificazione e la gestione prudente sono fondamentali.

Equilibrio tra lavoro e vita privata: I proprietari di piccole imprese spesso lavorano duramente e indipendentemente. Trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata può essere difficile.

In sintesi, le piccole imprese devono affrontare una serie di sfide, ma con pianificazione, resilienza e adattabilità, possono superarle e prosperare. 

Buona fortuna con la tua attività! A presto!

Pillole e consigli per la tua piccola impresa

Pillole e alcuni preziosi e precisi consigli per le piccole imprese:

Pianificazione finanziaria: È fondamentale per le piccole imprese avere una solida pianificazione finanziaria. Monitora attentamente le entrate e le uscite, crea un budget e riserva fondi per affrontare eventuali imprevisti.

Focus sul cliente: Metti sempre il cliente al centro delle tue decisioni. Ascolta i loro feedback, risolvi i problemi e cerca di superare le loro aspettative. La soddisfazione del cliente è essenziale per la crescita a lungo termine.

Marketing mirato: Investi in strategie di marketing mirate. Con un budget limitato, concentrati su canali di marketing efficaci per il tuo settore. Ad esempio, potresti utilizzare i social media, l’email marketing o il passaparola.

Automatizzazione dei processi: Cerca di automatizzare le attività ripetitive e manuali. L’automazione può aiutarti a risparmiare tempo e ridurre gli errori. Esistono molti strumenti e software che possono semplificare le operazioni quotidiane.

Collaborazione e networking: Non isolarti. Partecipa a eventi di networking, collabora con altre piccole imprese e crea partnership. Questo può portare a nuove opportunità di business e condivisione di risorse.

Formazione continua: Mantieniti aggiornato sulle ultime tendenze del tuo settore. La formazione continua ti aiuterà a rimanere competitivo e a migliorare le tue competenze.

Gestione del personale: Se hai dipendenti, dedica tempo alla gestione delle risorse umane. Assicurati di avere politiche chiare, un ambiente di lavoro positivo e un team motivato.

Adattabilità: Il mondo degli affari è in continua evoluzione. Sii flessibile e pronto a modificare la tua strategia se necessario. L’adattabilità è fondamentale per la sopravvivenza delle piccole imprese.

Ricorda che ogni impresa è unica, quindi adatta questi consigli alla tua situazione specifica. 

Buona fortuna con la tua attività! 

La cessione del contratto di lavoro e il consenso del lavoratore

Nel caso del contratto di lavoro subordinato la cessione può essere effettuata solo dal datore di lavoro, col consenso del lavoratore. Il lavoratore continua la prestazione della propria attività alle dipendenze del nuovo datore di lavoro, conservando l'applicazione del contratto di lavoro precedentemente in essere.

La cessione del contratto

L'istituto della cessione del contratto è disciplinato dal nostro codice civile al titolo II – contratti in generale, capo VIII (della cessione del contratto) art. 1406 c.c. e ss.

La nozione generale introduce a detto istituto, definendo che “ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive, se queste non sono state ancora eseguite, purché l'altra parte vi consenta”.

Partendo da questa definizione, si può affermare, dunque, che nella cessione del contratto si configura una situazione in cui un soggetto (denominato cedente), con il consenso del soggetto contraente(ceduto), cede posizione giuridica di questi ad un soggetto terzo, così di fatto garantendogli il subentro nei rapporti giuridico-patrimoniali derivanti da un contratto a prestazioni corrispettive non ancora eseguite.

Il perfezionamento di tale condizione configura il totale trasferimento in capo al cessionario di tutte le situazioni giuridiche del cedente, ivi compresi i diritti potestativi, non ammettendosi infatti la possibilità di una cessione parziale del contratto.

Requisiti

La cessione del contratto necessita della sussistenza di alcuni requisiti per ritenersi legittima, e più specificatamente:

  1. la corrispettività della prestazione;
  2. il consenso del soggetto ceduto;
  3. la non esecuzione delle prestazioni previste.

In ambito giuslavoristico, la cessione del contratto di lavoro non prevede diversa regolamentazione ma trova medesima disciplina codicistica, in quanto ritenuta (fondatamente) che tale modalità risponda alla funzione economica di eliminare dispendiose e farraginose rinnovazioni del contratto.

La cessione del contratto di lavoro subordinato

La cessione del contratto di lavoro subordinato, come sopra anticipato, non prevede una diversa disciplina ma si richiama a quella codicistica di cui agli art. 1406 c.c. e ss. ed, analogamente a quanto avviene in caso di trasferimento d'azienda, non configura alcuna interruzione del precedente rapporto di lavoro. Infatti, stipulando un accordo tra il datore di lavoro cedente ed il lavoratore, si configura in automatico la continuazione del rapporto di lavoro sotteso senza soluzione di continuità con il nuovo datore di lavoro (cessionario), mantenendo invariate condizioni retributive, contrattuali, scatti di anzianità maturate nel precedente rapporto di lavoro. In buona sostanza, il contratto di lavoro non subisce alcuna variazione salvo il fatto che vi sia un soggetto diverso come datore di lavoro.

La corrispettività e la non esecuzione della prestazione rappresentano, dunque, requisiti oggettivi della cessione del contratto di lavoro.

In generale, e salvo diversa pattuizione tra le parti interessate, il datore di lavoro cedente deve trasferire al nuovo datore di lavoro (cessionario) la provvista delle retribuzioni maturate dal lavoratore ceduto, fino alla data dell'avvenuta (e perfezionata) cessione, non ancora corrisposte, e più dettagliatamente:

  1. ferie maturate e non godute;
  2. permessi retribuiti e non goduti;
  3. eventuali premi di produttività riconosciuti;
  4. TFR maturato suddiviso tra quanto presente in azienda e quanto versato al fondo di previdenza complementare.

Il consenso del lavoratore, invece, rappresenta requisito soggettivo degno di più ampio approfondimento.

Il consenso del lavoratore

La cessione del contratto di lavoro subordinato si inquadra, a tutti gli effetti, in un rapporto giuridico trilaterale il cui perfezionamento prescinde dalla manifestazione del consenso del dipendente ceduto. Anzi, per meglio dire, il consenso del lavoratore ceduto è elemento costitutivo di tale rapporto.

Partendo da tale presupposto, si evidenzia che il consenso del lavoratore può essere reso contestualmente o successivamente alla cessione del contratto di lavoro, posto che, ai sensi e per l'effetto dell'art 1407 c.c., detto consenso può essere reso anche preventivamente all'atto di cessione del contratto di lavoro subordinato intervenuto tra datore cedente e datore cessionario, la cui efficacia decorre dal momento in cui è avvenuta la comunicazione allo stesso lavoratore ceduto, ovvero gli sia stata notificata ed abbia manifestato la volontà di essere ceduto.

Nel caso in cui il lavoratore, invero, manifesti la volontà di non essere ceduto, la cessione di contratto di lavoro deve ritenersi nulla.

Ma non solo. Tale illegittimità travolge anche eventuali atti successivi posti in essere dalle parti contraenti. Così, ad esempio, in caso di eventuale licenziamento di un lavoratore che abbia manifestato il dissenso alla cessione del contratto di lavoro, deve ritenersi illegittima tanto la cessione del contratto stesso, quanto inefficace il successivo provvedimento espulsivo irrogato nei confronti di quest'ultimo.

Forma del consenso

In via generale, il consenso deve essere manifestato in forma scritta, ovvero nella forma del contratto ceduto. Il lavoratore ceduto può (o meglio, deve) comunicare l'avvenuta conoscenza della cessione del suo contratto di lavoro e la sua volontà (dissenso o consenso) attraverso raccomandata a/r.

Giova rilevare che la volontà del lavoratore ceduto può manifestarsi anche in forma tacita, ovvero de facta concludentia, purché venga manifestata in maniera adeguata la volontà di porre in essere una modificazione soggettiva del rapporto di lavoro (Cass. 6 novembre 1999 n. 12384).

Casistica giurisprudenziale

Di seguito, si riportano alcune pronunce giurisprudenziali in tema di cessione del contratto di lavoro subordinato, avuto riguardo ai temi trattati:

a) In tema di trasferimento inter vivos delle situazioni giuridiche tra soggetto cedente e ceduto:

“ Il mutamento di titolarità dell'azienda non interferisce con i rapporti di lavoro già intercorsi con il cedente che continuano a tutti gli effetti con il cessionario il quale subentra in tutte le posizioni attive e passive facenti capo al primo; la natura precaria dell'effetto estintivo del licenziamento intimato prima del trasferimento dell'azienda e l'ipotetico ripristino, in caso di suo annullamento, del rapporto di lavoro fra le parti originarie, determina la legittimazione passiva del cessionario e rispetto all'impugnativa di quel licenziamento.” (Cass. 12 aprile 2010 n. 8641).

b) I n tema di consenso del lavoratore ceduto:

“L'esecuzione conforme del rapporto di lavoro alle dipendenze del cessionario del ramo di azienda per circa sette anni, senza avanzare alcuna riserva o contestazione, è idonea a integrare adesione per comportamento concludente alla prosecuzione del rapporto con il nuovo datore di lavoro” (Trib. Roma 23 ottobre 2008).

“Il consenso del lavoratore alla cessione del proprio contratto, che può essere espresso anche successivamente alla stipulazione del negozio, non deve risultare da forme solenni e può essere, oltre che espresso, anche tacito, purché manifesti la volontà di porre in essere una modificazione soggettiva del rapporto, con la conseguenza che la sua esistenza può anche essere desunta dalla lunga inerzia del lavoratore nell'opporsi alla cessione del suo rapporto che ha avuto, invece, regolare espressione presso il cessionario”(Trib. Milano 18 settembre 2008).

Conclusioni

Alla luce di quanto esaurientemente esposto, in ipotesi di cessione del contratto di lavoro subordinato, il datore cedente e quello cessionario, al fine di non incorrere nella illegittimità del negozio giuridico disciplinato dall'art. 1406 c.c. e ss, devono necessariamente:

a) assicurarsi, salvo diversa pattuizione con il lavoratore ceduto, che non vi siano modificazioni del trattamento economico e di quello giuridico, garantendo allo stesso lavoratore l'applicazione del contratto di lavoro precedentemente in essere con il datore cedente;

b) che sia stato rispettato il diritto di informazione in favore del lavoratore ceduto, alla cessione del contratto di lavoro;

c) che abbiano garantito il diritto di manifestazione al consenso, ovvero dissenso, al dipendente ceduto, e che questi lo abbia esercitato in forma espressa o tacita senza alcun vizio o violenza della volontà.

art. 1406 c.c.

giovedì 2 maggio 2024

Congedo parentale all’80%: recupero in Uniemens anche ad aprile 2024

L'INPS, con Mess. 26 aprile 2024 n. 1629, è intervenuto per estendere anche ad aprile 2024 l'applicabilità delle istruzioni già fornite per il recupero del congedo parentale nella nuova misura dell'80%, introdotta dalla Legge di Bilancio, relativo ai primi 3 mesi del 2024. Vediamo come procedere.

Le novità della Legge di Bilancio 2024

Dopo la pubblicazione della Circ. 57/2024, i datori di lavoro sono all'opera per effettuare i conguagli Uniemens dell'indennità di congedo parentale alla luce delle previsioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 (art. 1, c. 179, L. 30 dicembre 2023, n. 213) che ha aumentato l'importo dell'indennità spettante a titolo di congedo parentale, per il secondo mese fruito dal genitore lavoratore dipendente, dal 30% all'80% della retribuzione per i periodi di fruizione che ricadono nell'anno 2024.

La previsione si applica solo in caso di congedo di maternità terminato in data successiva al 31 dicembre 2023, perché il bambino non abbia ancora compiuto i 6 anni di vita.

Esempio di applicazione

A) Data di nascita del figlio: 20 novembre 2023

Fine congedo di maternità: 20 febbraio 2024;

Congedo parentale richiesto dal padre: dal 21 novembre 2023 al 20 gennaio 2024 (2 mesi).

Indennità spettante:

1 mese all'80% (dal 21 novembre 2023 al 20 dicembre 2023);

Frazione di mese al 30% (dal 21 dicembre 2023 al 31 dicembre 2023);

Frazione di mese all'80% (dal 1° gennaio 2024 al 20 gennaio 2024).

Ai genitori residuano 10 giorni di congedo parentale indennizzabile all'80%, se fruiti entro il 2024, altrimenti al 60% se fruiti dal 1° gennaio 2025 ed entro il compimento di 6 anni di età del figlio.

B) Data di nascita del figlio: 15 settembre 2023

Fine congedo di maternità: 15 febbraio 2024 (fruizione posticipata);

Congedo parentale richiesto dal padre: dal 1° ottobre 2023 al 31 dicembre 2023 (3 mesi) e dal 10 gennaio 2024 al 9 febbraio 2024.

Indennità spettante:

1 mese all'80% (dal 21 novembre 2023 al 20 dicembre 2023);

2 mesi al 30% (dal 21 dicembre 2023 al 31 dicembre 2023);

1 mese all'80% (dal 10 gennaio 2024 al 9 febbraio 2024.

Criticità relativa al mese di aprile

La principale criticità era emersa con riferimento alla mensilità di aprile 2024, che era rimasta esclusa dalle istruzioni di recupero fornite dalla Circ. 18 aprile 2024 n. 57. La circolare, infatti, indicava le modalità utili per recuperare gli arretrati spettanti per i mesi da gennaio a marzo nelle denunce contributive Uniemens di competenza dei mesi da aprile a giugno 2024.

Gestione arretrati primo quadrimestre 2024

Alla luce delle novità dettate dal Mess. 26 aprile 2024 n. 1629, il riconoscimento dell'indennità nella misura dell'80% per i periodi di congedo parentale fruiti nel primo quadrimestre del 2024 (da gennaio ad aprile) può essere effettuato:

a partire dalla busta paga di aprile e fino alla busta paga di giugno, per il congedo fruito nei mesi da gennaio a marzo, utilizzando i medesimi codici introdotti per la gestione delle mensilità correnti.

a partire dalla busta paga di maggio e fino alla busta paga di giugno, per il congedo fruito nel mese di aprile.

I codici evento “PG2”e “PG3” correlati al codice conguaglio “L330” possono essere utilizzati a partire dal mese di competenza gennaio 2024.

In particolare, per quanto attiene gli eventi già denunciati con i codici evento (MA2 per fruizione su base giornaliera e MA0 per fruizione su base oraria) e quelli a conguaglio già in uso (L053 per fruizione su base giornaliera e L062 per fruizione su base oraria) e ricadenti nel periodo di competenza gennaio, febbraio, marzo e aprile 2024, i datori di lavoro devono:

  • procedere alla restituzione della prestazione già conguagliata al 30% utilizzando il codice conguaglio M047;
  • conguagliare la prestazione nella misura dell'80% della retribuzione.

Esposizione nel flusso UniEmens

Per l'ordinaria esposizione in denuncia contributiva del secondo mese di congedo a indennità maggiorata occorre utilizzare i codici:

“PG2”, se la fruizione avviene su base oraria;

“PG3”, se la fruizione avviene su base giornaliera;

esponendo in denuncia anche il codice fiscale del bambino.

Per i datori di lavoro del settore privato con lavoratori dipendenti iscritti alla Gestione pubblica devono essere utilizzati, in Lista PosPA, i seguenti codici tipo servizio:

“3W” in caso di periodi di congedo parentale in modalità oraria indennizzati in misura del 60% della retribuzione (dell'80% per il solo anno 2024) nella misura di un mese fino al sesto anno di vita del bambino;

“3X”, in caso di periodi di congedo parentale in modalità giornaliera indennizzati in misura del 60% della retribuzione (dell'80% per il solo anno 2024) nella misura di un mese fino al sesto anno di vita del bambino.

Fonte: Mess. INPS 26 aprile 2024 n. 1629.

Decreto PNRR convertito in Legge: in vigore dal 1° maggio 2024

E' stata pubblicata in GU 30 aprile 2024 n. 100 la Legge di conversione 29 aprile 2024 n. 56 del DL 2 marzo 2024 n. 19, (PNRR) con importanti interventi su diversi aspetti connessi al mercato del lavoro, soprattutto in riferimento alla regolarità dei datori di lavoro.

Il Decreto reca «Ulteriori disposizioni urgenni per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)» andando a intervenire su diversi aspetti connessi al mercato del lavoro, soprattutto in riferimento alla regolarità dei datori di lavoro.

Il capo VIII del Decreto contenente le misure urgenti in ambito lavoro è stato oggetto in sede di conversione per la maggior parte di “aggiustamenti” concentrando gli interventi sulla riscrittura dell'articolo 27 relativo al sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti (Patente sicurezza).

Patente sicurezza per imprese nei cantieri

A decorrere dal 1° ottobre 2024, sono tenuti al possesso della patente per la qualificazione a punti le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili ad esclusione di coloro che effettuano attività di natura intellettuale. Per le imprese straniere operanti sul territorio è necessario un documento equivalente.

La patente è rilasciata, in formato digitale, dall'Ispettorato nazionale del lavoro subordinatamente al possesso dei seguenti requisiti:

iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;

adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti;

  • possesso del DURC in corso di validità;
  • possesso del documento di valutazione dei rischi;
  • possesso della certificazione di regolarità fiscale (DURF), nei casi previsti dalla normativa vigente;

avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

Nell'attesa del rilascio della patente è comunque consentito lo svolgimento delle attività previste, salva diversa comunicazione notificata dall'Ispettorato nazionale del lavoro. Sarà il Ministero del Lavoro, con apposito decreto, ad indicare le modalità di richiesta della patente.

È prevista la revoca della patente in caso di dichiarazione non veritiera sulla sussistenza di uno o più requisiti richiesti, accertata in sede di controllo successivo al rilascio.

La patente partirà con un saldo di 30 crediti e consentirà di operare con un minimo di 15 crediti.

Il punteggio della patente subisce le decurtazioni correlate alle risultanze dei provvedimenti definitivi emanati secondo la tabella allegata al decreto.

Nel caso di accertamento ispettivo con più violazioni i crediti sono decurtati in misura non eccedente il doppio di quella prevista per la violazione più grave.

Nel caso in cui si operi, seppure in obbligo, senza la relativa patente si applica una sanzione amministrativa pari al 10% del valore dei lavori e, comunque, non inferiore a euro 6.000, non diffidabile, nonché' l'esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici per un periodo di sei mesi. 

Regolarità contributiva e agevolazioni

Il rilascio di DURC e delle relative agevolazioni è subordinato al rispetto delle norme di tutela delle condizioni di lavoro e di salute e sicurezza, oltre che al rispetto di accordi e CCNL, contratti regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle OO.SS. dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Di notevole interesse l'introduzione dell'art. 1175-bis alla L. 27 dicembre 2006, n. 296. Il nuovo articolo prevede la possibilità di accesso ai benefici contributivi anche nel caso di successiva regolarizzazione entro i termini indicati dagli organi di vigilanza sulla base delle specifiche disposizioni di legge. Viene inoltre introdotto un nuovo limite ai recuperi in relazione alle violazioni amministrative che non possono essere oggetto di regolarizzazione. In tal caso infatti il recupero dei benefici erogati non può essere superiore al doppio dell'importo sanzionatorio oggetto di verbalizzazione.

Appalti e somministrazione

Nel caso di personale impiegato nell'appalto di opere o servizi e nell'eventuale subappalto deve essere riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale maggiormente rappresentativo nel settore e per la zona il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto. Viene inoltre confermata la solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore nell'assolvimento degli obblighi fiscali anche nelle ipotesi di somministrazione di manodopera, appalto e distacco.

Ricondotto nel sistema sanzionatorio penale l'esercizio non autorizzato delle attività di agenzia di somministrazione e delle attività di ricerca, selezione e supporto alla ricollocazione. Per l'utilizzatore che ricorra alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti non autorizzati si applica la pena dell'arresto fino a un mese o dell'ammenda di 60 euro per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione. Nei casi di appalto o distacco privo dei requisiti l'utilizzatore e il somministratore sono puniti con la pena dell'arresto fino a un mese o dell'ammenda di 60€ per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione. Nel caso di somministrazione con finalità elusive verso norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicate al lavoratore, il somministratore e l'utilizzatore sono puniti con la pena dell'arresto fino a tre mesi o dell'ammenda di 100 euro per ciascun lavoratore coinvolto e per ciascun giorno di somministrazione. Tali sanzioni sono ulteriormente inasprite del 20% nel caso in cui vi sia reiterazione degli illeciti.

Ulteriori interventi

Viene confermata la “Lista di Conformità INL” a cui sono iscritte, previo consenso dei datori di lavoro, le aziende nei confronti delle quali, all'esito di accertamenti ispettivi in materia di lavoro e di legislazione sociale, compresa la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, non emergano violazioni o irregolarità. Tale iscrizione esclude le aziende da successive ulteriori verifiche per i 12 mesi successivi, classificandole come imprese virtuose.

Per quanto attiene le violazioni contributive, nel caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi, il cui ammontare è rilevabile dalle denunce e/o registrazioni obbligatorie viene previsto il pagamento di una sanzione civile, pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato di 5,5 punti, mentre tale maggiorazione non è prevista se il pagamento dei contributi o premi è effettuato entro centoventi giorni, in unica soluzione, spontaneamente prima di contestazioni o richieste da parte degli enti impositori.

Fonte: Legge 29 aprile 2024, n. 56 (GU n. 100 del 30 aprile 2024) e Quotidianopiù

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale (GU n. 100 del 30 aprile 2024) la Legge di conversione 29 aprile 2024 n. 56 del DL 2 marzo 2024 n. 19.

In caso di TFR destinato al fondo pensione complementare, in quali casi è dovuto il contributo datoriale aggiuntivo?

 La contribuzione datoriale alla previdenza complementare è certamente un vantaggio per i lavoratori dipendenti che aderiscono ad un fondo pensione tramite un accordo collettivo o un regolamento aziendale o su base volontaria. Il versamento a tale contribuzione è previsto in base alla tipologia di fondo scelto.

Aderenti in via collettiva (fondi c.d. negoziali o contrattuali): se un lavoratore opta per destinare al fondo, oltre al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) - in tutto o in parte, secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro o dall'accordo aziendale - anche il proprio contributo nella misura prevista dai contratti di riferimento, allora il contributo datoriale diventa obbligatorio. Tuttavia, il lavoratore ha la facoltà di versare un contributo di importo superiore o di destinare alla previdenza complementare solo il TFR. In quest'ultimo caso, non avrà diritto al versamento corrisposto dal datore di lavoro.

Aderenti individuali (fondi c.d. aperti): se un lavoratore decide di aderire autonomamente ad una forma pensionistica diversa da quella prevista dagli accordi collettivi di riferimento, non riceverà automaticamente il contributo del datore di lavoro. Tuttavia, il datore ha la facoltà di accordare il contributo senza alcuna forma di obbligatorietà o legge che lo vincoli in tal senso.

Pertanto, il contributo datoriale è legato alla scelta del lavoratore di destinare il TFR al fondo pensione e di contribuire individualmente o collettivamente.

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